venerdì, novembre 10, 2006

and Nature Wins!


Le formiche sono insetti sociali. La loro organizzazione è molto efficiente. A capo di una colonia vi è la regina, che prima di accoppiarsi è dotata di ali, che perde quando si accoppia con i maschi, anch'essi alati. I maschi muoiono una volta accoppiati. Vi sono poi le operaie, addette al nutrimento e alla costruzione del formicaio, e i soldati, più grossi e dalle mandibole più sviluppate, addetti alla difesa del formicaio o all'attacco di altri.
Sono insetti "sociali", nel senso che vivono riuniti in società ove ogni individuo lavora in funzione del benessere della comunità. La vastità della famiglia e la diversità di costumi delle numerosissime specie fanno sì che nessun altro gruppo di insetti sociali abbia altrettanta varietà di modalità di vita e di forme sociali. (Ricordiamo le Eciton, o formiche legionarie, le quali si riuniscono in enormi eserciti che marciano attraverso la foresta catturando ogni genere di insetti e razziando ogni cosa sul loro cammino). La struttura del formicaio varia notevolmente ìn relazione al materiale che trovano ed al clima di un determinato ambiente. Di conseguenza, anche la loro organizzazione sociale varia notevolmente da gruppo a gruppo e pertanto le loro abitudini sono, in un certo senso, più varie ed interessanti di quelle delle api e delle vespe.
La società delle formiche è divisa in gruppi o, come si suol dire, in caste. I maschi e le femmine capaci di riprodursi hanno il compito di provvedere alla riproduzione ed alla deposizione delle uova. Le femmine non feconde prendono il nome di operaie e si distinguono in operaie vere ed in soldati; alle prime spetta il compito di rifornire di cibo la comunità, alle seconde quello di difendere il formicaio. Tuttavia, è bene precisare che anche le operaie partecipano alla difesa del nido e spesso sono più aggressive dei soldati.
questo per dire che non ci siamo inventati mai un cazzo.
"Non ha natura al seme
Dell'uom più stima o cura
Che alla formica: e se più rara in quello
Che nell'altra è la strage,
Non avvien ciò d'altronde
Fuor che l'uom sue prosapie ha men feconde."

2 commenti:

ZaHiR ha detto...

...

ZaHiR ha detto...

e io che ne pensavo molte di cose....il concetto è che potrebbe essere la descrizione del marziano precedentemente menzionato degli esseri umani....magari con qualche sfumatura di colore...che delle formiche ci sfugge, data la scarsa frequentazione. la Natura ha la stessa considerazione dell'uomo e della formica...perchè in fondo la natura, come la morte, che poi fa parte dei fenomeni naturali, è forse l'entità più democratica che esista...anche se mi sembra chiaro che l'uomo è vagamente più molesto della formica...ma anche lì, vai a sapere che se ne fanno le formiche delle loro scorie...chissà.

E piegherai
Sotto il fascio mortal non renitente
Il tuo capo innocente:
Ma non piegato insino allora indarno
Codardamente supplicando innanzi
Al futuro oppressor; ma non eretto
Con forsennato orgoglio inver le stelle,
Né sul deserto, dove
E la sede e i natali
Non per voler ma per fortuna avesti;
Ma più saggia, ma tanto
Meno inferma dell'uom, quanto le frali
Tue stirpi non credesti
O dal fato o da te fatte immortali.

ginestra come simbolo dell'ineluttabilità dell'opera della natura. come l'uomo non può che accettare il proprio destino, ma la ginestra risparmia suppliche o slanci di orgoglio, grazie alla saggezza che la rende consapevole e, quindi, pronta ad accettare l'incombere della natura..
poi...a pensarci...il leopardi a qualcuno doveva darla la colpa della sua sfiga...